Scurzolengo,
Piemonte: oggi ci troviamo in questo piccolo comune in provincia di
Asti per conoscere l'azienda SANT'AGATA,
nata ufficialmente nel 1992 per volere dei fratelli Cavallero,
Claudio e Franco, ma preceduta da una storia di sfortune e fortune,
opportunità raccolte, occasioni favorevoli e intraprendenza del
signor Giuseppe Cavallero, il loro papà.
Da un
inizio legato al commercio di bottiglie e poi damigiane, la fortuna
della famiglia Cavallero avviene quando si decide di estirpare un
ettaro di Barbera per impiantarne uno di Ruché: sarà il primo
ettaro dei 7 attuali. Nello stesso periodo, grazie alla lungimiranza
e alla voglia di fare, si comincia a costruire la nuova cantina;
negli anni seguenti il Ruché diventa DOC, i fratelli terminano gli
studi e si dividono i compiti in azienda, Claudio enologo e Franco
commerciale. L'azienda cresce e con lei la gamma dei suoi prodotti:
il Ruchè resta colonna indiscussa della cantina, prodotto con
diversi invecchiamenti e metodologie (qualcuno lo abbiamo comprato e
ne racconteremo in future occasioni), ma tra le etichette troviamo
anche Barbera, Grignolino e Gavi.
La
bottiglia che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare quest'oggi è
proprio di Ruchè: IL
CAVALIERE, prodotto da
uve 100% Ruchè di Castagnole Monferrato della vendemmia 2014, nel
bicchiere si offre ai nostri occhi di un limpido rosso rubino
violaceo.
Quando
andiamo a porgere il bicchiere al nostro naso la sua intensità
elegante, ricca e complessa ci avvolge: spezie come pepe rosso e noce
moscata si accompagnano a profumi estivi di campo e a curiose note di
violetta (che ricordano molto quelle piccole caramelle gommose che
mangiavamo da bambini).
In
bocca è una nuova esplosione di intense sensazioni: in armonia con
le note pepate troviamo anche quelle del coriandolo e della prugna a
buccia viola. Si sente bene la sua gradazione, 13% vol., che ci
scalda, ed il suo corpo robusto: ci lascia la bocca molto asciutta
con note ruvide di tamarindo dell'America Latina.
Da
segnalare la presenza del tappo a vite: soluzione sempre più
utilizzata e che noi condividiamo (probabilmente meno affascinante ma
più funzionale soprattutto per vini giovani).
Noi lo
abbineremmo sicuramente ad arrosti, brasati e selvaggina.
Come
curiosità vi dico che il nome dell'azienda
deriva da un piccolo
pilone votivo eretto di fronte all’azienda stessa da una facoltosa
famiglia del paese per grazia ricevuta.
“Nunc
vino pellite curas”
-
“Ora
scacciate le preoccupazioni col vino”
Un ringraziamento speciale a Franco per la bella sorpresa blu.
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